Un genitore di un bambino con DSA sperimenta tutti i giorni le difficoltà del proprio bambino. Le vede e le vive insieme a lui, abbastanza vicino da poterne sentire il peso e abbastanza lontano da non accorgersi proprio di tutte le possibili implicazioni.⁣
⁣A volte la diagnosi è un sollievo, perché offre una spiegazione logica ai problemi quotidiani e ne alleggerisce il peso. ⁣Altre volte la diagnosi è una nota stonata che si vorrebbe cancellare dallo spartito per preservare la bellezza d’insieme della melodia. ⁣La parte più difficile sembra essere il passaggio dell’informazione dal genitore al figlio. ⁣
Facciamo invece un passo indietro: partiamo da quello che si può fare dal momento della diagnosi. Qui l’adulto ha un lavoro importante da svolgere, su se stesso prima che sugli altri.⁣
1️⃣ Gestire le emozioni e le fantasie che derivano dalla comunicazione della diagnosi e che sembrano gettare un alone di sconforto su quello che sarà il futuro scolastico o lavorativo del proprio figlio. Riuscirà a prendere la patente? E l’università? Cosa farà da grande? ⁣
2️⃣ Conoscere la natura del problema, le sue conseguenze e le armi a disposizione per poterlo affrontare. È solo svogliato o c’è altro dietro la pigrizia? Quali informazioni mi servono per capire meglio la situazione?⁣
3️⃣ Cercare uno spazio di sostegno e confronto con genitori e professionisti. Conosco qualcuno che sta affrontando o ha già affrontato questo percorso? Esiste un centro vicino casa che se ne occupa?⁣
4️⃣ Scegliere il momento per “rompere il ghiaccio” e tirare fuori l’argomento con il bambino. Senza orari da rispettare e magari mentre si sta svolgendo un’attività piacevole insieme.⁣
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