“Non correre, potresti cadere!”, “Adesso studiamo insieme, altrimenti domani prenderai un brutto voto”, “Domani devo andare a parlare con l’allenatore perché non è possibile che ti tenga in panchina”.
Le emozioni ci accompagnano per tutta la vita, già dai primissimi mesi di vita. Alcune più piacevoli, come la gioia o la sorpresa e altre meno, come la tristezza, la rabbia o la paura. Sperimentare emozioni spiacevoli è normale, fa parte della vita di tutti, adulti e bambini.
I genitori hanno l’importante ruolo di accompagnare e sostenere i propri figli nell’acquisizione della capacità di regolare le proprie emozioni.
Offrire ai bambini la possibilità di acquisire questa abilità, oltre a migliorare la capacità di adattamento e il benessere, rappresenta un fattore di protezione rilevante rispetto al rischio di sviluppare psicopatologie in futuro.
Genitore “allenatore” o Genitore “spazzaneve”?
Negli ultimi anni si sta sempre più diffondendo tra i genitori la tendenza a costruire per i propri figli un mondo ovattato, a spianare loro la strada nell’illusione che questo possa renderli forti e sicuri di sé, che possa migliorare la loro autostima. Parliamo dei cosiddetti “genitori spazzaneve”.
Cosa comporta questo atteggiamento iperprotettivo? I bambini conoscono sempre meno il mondo delle emozioni, non tollerano la frustrazione e i piccoli fallimenti della vita quotidiana, non sviluppano nel tempo le capacità necessarie per fronteggiare le emozioni spiacevoli, finendo per reprimerle o per esprimerle attraverso comportamenti non adeguati.
La buona notizia è che i “genitori spazzaneve” possono trasformarsi in buoni “allenatori”!
Come si fa?
Iniziando a esporre gradualmente i figli alle piccole sfide che la vita gli presenta, offrendo loro ascolto e supporto nell’espressione delle proprie emozioni, sostenendo con fiducia la loro capacità di farcela da soli e condividendo con loro i propri piccoli insuccessi o le emozioni spiacevoli della giornata.
Inizia la sfida!